Root/ radice: l’utente root è colui che ha il massimo controllo sul sistema operativo ed è in grado di compiere operazioni non consentite agli altri utenti. Rotting da usare per installare o aggiornare un programma, un driver o una impostazione di sistema.
Specie nel mondo Android il verbo to root è usato con il significato di assumere dei privilegi, per apportare modifiche ai file di sistema, acquisendo permessi che consentono procedimenti avanzati, impossibili senza rotting.
I sistemi operativi dei nostri computer e dei nostri apparecchi portatili sono dotati di misure di sicurezza, che ci impediscono di effettuare modifiche troppo particolareggiate, tali da comprometterne la stabilità.
Con i permessi di root ci si può invece autenticare nel sistema con privilegi elevati, che ci permettono di superare le restrizioni, arrivando anche a quelle impostazioni considerate inaccessibili per utilizzare certi software o sbloccare funzioni.
Con il root su Android si possono:
- regolare i parametri di alcuni componenti hardware, come il processore, per aumentare le funzioni del dispositivo o,migliorare l’autonomia della batteria.
- Con il jailbreak, (la procedura che rimuove le restrizioni software imposte da Apple) su iPhone o iPad si può:
- personalizzare iOS/iPadOS in maniera approfondita.
Autenticandosi come root su Windows, macOS o Linux:
- è possibile modificare alcuni file di sistema che di norma risultano inviolabili.
Diciamo che le operazioni suddette possono essere rischiose per la stabilità del sistema, qualunque esso sia, e perciò occorre informarsi bene prima di effettuarle.
A tale proposito approfondiremo l’argomento, proponendovi le istruzioni per ottenere i permessi di root su tutte le principali piattaforme del mondo desktop e mobile.
Come ottenere i permessi di root su Android
Sbloccare l’account root su Android aumenta le possibilità di personalizzazione e di uso del sistema operativo di Google. Dopo il rotting, infatti, vengono sbloccate aree normalmente proibite per le app non di sistema.
Le procedure necessarie variano da produttore a produttore, da modello a modello ed all’esatta versione di Android.
Non esiste quindi, evidentemente, un sistema di sblocco uguale per tutti.
Iniziamo con il vedere la procedura da svolgere per abilitare l’accesso come root su Android:
- Scaricare i programmi necessari: i driver per eseguire la connessione del dispositivo al computer, le utility ADB e Fastboot (per impostare i comandi), le app Magisk o SuperSU ( per ottenere materialmente i permessi di root) e una recovery personalizzata, come la TWRP, per trasferire l’app per il root sul dispositivo.
- Realizzare un backup del dispositivo: sbloccando il bootloader (cioè il meccanismo che trasferisce il cuore del sistema operativo dal disco del computer o smartphone alla memoria RAM, per l’avviarlo) è possibile installare la recovery custom, con cui abilitare il root e permettere l’esecuzione di sistemi operativi differenti da quelli previsti dal produttore. Questa operazione prevede la cancellazione di tutti idati presenti in memoria e quindi occorre preliminarmente mettere al sicuro i nostri dati personali.
I passaggi per sbloccare il bootloader cambiano da apparecchio ad dispositivo:
Sui alcuni Samsung, sui dispositivi Google Pixel/Nexus e su quelli del gruppo Android One, basta:
- accedere alle opzioni di sviluppo,
- abilitare l’interruttore relativo allo sblocco OEM,
- impartire, dalla modalità fastboot, il comando fastboot flashing unlock o
- l’istruzione fastboot oem unlock;
Sui device Xiaomi si può:
- richiedere lo sblocco del bootloader con un apposito programma per computer https://en.miui.com/unlock/,
Su altri smartphone, come per esempio i Motorola, bisogna:
- richiedere il codice di sblocco direttamente al produttor a questo sito https://accounts.motorola.com/ssoauth/login.
Per svolgere un’ulteriore ricerca si possono impostare sul motore di ricerca di Google frasi tipo sblocco bootloader [marca e modello del device].
Anche in questo caso tutti i dati presenti in memoria verranno eliminati.
Installare la recovery personalizzata, il software “esterno” ad Android, con cui intervenire in modo profondo su di esso, effettuando operazioni avanzate come:
- il flashing ( per aggiungere funzioni al sistema operativo, oppure sostituirlo con l’aiuto di un file .ZIP),
- il wiping ( per cancellare i dati da un Hard Disk e prevenirne il ripristino).
- il ripartizionamento della memoria.
La recovery custom va installata dopo lo sblocco del bootloader, mediante l’utility fastboot, con il comando fastboot flash boot_a recovery.img.
Flashare l’APK contenente il root: dopo aver installato la recovery bisogna:
- collegare il telefono/tablet al computer,
- abilitarne la scrittura in memoria, con l’opzione Monta della recovery stessa.
Fatto ciò:
- trasferire sul device il file .ZIP contenente l’app da usare per abilitare i permessi di root (ad es. Magisk o SuperSU) e installarla,
- su numerosi dispositivi Samsung, è inoltre possibile usare ODIN, un programma per Windows in grado di flashare app e ROM in formato ZIP, senza la necessità di usare una recovery.
Abilitando l’uso dei poteri di root su Android, si può incorrere ad alcuni risultati negativi per lo smartphone o sul tablet , tra cui il rischio di contrarre virus e malware.
Alcune applicazioni come quelle che si usano per home banking, streaming e pagamenti contactless, potrebbero, infatti, smettere di funzionare per ragioni di sicurezza.
Come ottenere i permessi di root senza PC
In realtà, in Rete esistono delle applicazioni di questo tipo, ma non sono disponibili sugli store accreditati per Android (ad es. il Play Store di Google, AppGallery di Huawei o Appstore di Amazon), ma sono pubblicate su siti di vendita di terzi, dei quali non è possibile garantire la sicurezza. E’ meglio, quindi, lasciar perdere e percorre una strada più protetta.
Discorso diverso, invece per altre app più note come Magisk Manager, che può essere usata per flashare il file dell’app Magisk su Android, dopo, anche in questo caso, aver sbloccato il bootloader del dispositivo e installato una recovery personalizzata: operazioni che richiedono comunque l’uso del computer.
Magisk prende il nome dall’unione di Magia e Maschera e la sua proprietà più evidente è quella di nascondere le modifiche al sistema. Il cellulare, nonostante sia stato modificato e rootato, continuerà a superare i test di integrità come SafetyNet.
Come ottenere i permessi di root su iPhone e iPad
La procedura che consente di ottenere permessi di accesso elevati ai sistemi operativi di iPhone e iPad, cioè iOS e iPadOS, si chiama jailbreak.
Con questo intervento su uno smartphone o un tablet Apple, sarà possibile accedere a parti normalmente invalicabili del sistema operativo come: la personalizzazione dell’ interfaccia e dei relativi comportamenti, previa installazione di alcuni tweak.
Per effettuare il jailbreak su iPhone e iPad si deve avere:
- un computer dotato di Windows 10 e iTunes, o di un Mac, su cui installare un software denominato AltServer,
- AltServer consente di trasferire sullo smartphone o sul tablet uno store di app non ufficiali per iPhone/iPad, mediante il quale è possibile installare l’applicazione di sbloccaggio dei permessi elevati e ultimare il jailbreak (quella per le versioni più recenti di iOS/iPadOS si chiama unc0ver).
Anche la procedura di jailbreak non è esente da rischi e conseguenze. Infatti:
- sbloccare i privilegi amministrativi su iPhone e iPad comporta la decadenza della garanzia,
- con la procedura di sblocco, il device potrebbe essere esposto a notevoli rischi di sicurezza, con l’installazione di malware e software nocivi (a seguito del jailbreak, infatti, è possibile eseguire app non certificate e dunque potenzialmente infette),
- per motivi legati al copyright, il jailbreak potrebbe impedire l’esecuzione di alcune app di streaming, come per esempio quella di Sky Go.
Considerato tutto ciò e, visto che iOS e iPadOS sono sistemi operativi ricchi di funzionalità native e lecite, molto più personalizzabili rispetto al passato, meglio tergiversare su un jailbreak dell’iPhone, o iPad.
Come ottenere i permessi di root su computer
Windows
Per avere l’accesso rooting su Windows, bisogna attivare l’account Administrator, mediante la relativa funzionalità.
In questo modo:
- fare clic destro sul pulsante Start (quello con la bandierina di Windows collocato in basso a sinistra),
- selezionare la voce Windows PowerShell (amministratore) dal menu che compare,
- premere sul bottone Sì, per aprire una finestra di PowerShell con privilegi elevati,
- da questa finestra digitare il comando net user administrator active: yes,
- dare Invio: la comparsa della frase Operazione comando riuscita testimonia l’ attivazione dell’account Administrator.
E’ consigliabile proteggere il profilo così attivato con una password, perchè questo tipo di account dà accesso quasi illimitato a tutte le parti del sistema operativo e nasconde gli avvisi di sicurezza.
- Dall’interno della finestra di PowerShell, digitare il comando net user administrator NuovaPassword,
- premere il tasto Invio della tastiera, sostituendo a NuovaPassword la chiave d’accesso che da usare per aprire l’account Adminisrator.
E’ possibile eseguire qualsiasi programma in modalità Amministratore, anche senza attivare il profilo dai privilegi più elevati. Per riuscirci:
- fare clic destro sull’icona del programma di nostro interesse,
- scegliere la voce Esegui come amministratore dal menu proposto,
- premere il pulsante Sì, annesso al messaggio d’avviso che compare in seguito.
macOS
Anche su macOS, come su Windows, l’accesso con privilegi pressoché illimitati è disabilitato per motivi di sicurezza, pur essenso insito al sistema operativo.
E’ quindi possibile abilitare questa opzione:
- andare nelle Preferenze di sistema, facendo clic sull’icona dell’ingranaggio da Dock,
- premere sull’icona Utenti e gruppi,
- se necessario, cliccare sul simbolo del lucchetto serrato in basso a sinistra, per abilitare le modifiche,
- inserire la password di amministrazione del Mac nell’apposito campo di testo,
- dare Invio.
Fatto ciò:
- premere sulla dicitura Opzioni login dalla barra laterale di sinistra,
- cliccare sui pulsanti Accedi… e Apri utility Directory… ,
- dalla nuova finestra, attivare le modifiche, premendo di nuovo sul lucchetto visibile in basso a sinistra,
- inserire, quando richiesto, la password del Mac,
- aprire il menu Modifica, dalla barra dei menu del Mac,
- fare tap sulla voce Abilita utente root,
- dalla schermata successiva definire la password da usare per accedere all’account root.
Per concludere:
- cliccare sul bottone OK.
Da questo momento in poi, sarà possibile accedere all’interfaccia grafica dell’utente root:
- cliccando sulla voce Altro… dalla schermata d’accesso di macOS,
- digitando il nome utente root e la password impostata in precedenza.
Qualora avessimo impostato il Mac per un accesso automatico, si può visualizzare la schermata di login:
- cliccando sul menu Apple (il simbolo della mela morsicata collocato nell’angolo superiore sinistro dello schermo),
- selezionando la voce Esegui il logout da [nome].

Salve mi chiamo David Rossi esperto e appassionato informatico. Mi piace tenermi sempre informato sulle ultime novità tecnologiche e per questo ho creato il sito www.soluzionecomputer.it.